( tra i tag e ) club nautico bordighera, scuola di vela e kayak
 
           
 
           
La storia del più tenero e famoso
canto Natalizio

TRADOTTO IN OLTRE 230 LINGUE  - (Dall'Associazione "Luci sull'Est")

           
  LO SPARTITO ORIGINALE  
  I l     C a n t o  
Testo Originale Traduzione Versione italiana
Stille nacht, heilige-nacht !|
Alles schläft, einsam wacht
Notte silenziosa, notte Santa
Tutto dorme, solo veglia
Astro del Ciel, Pargol Divin,
mite Agnel Redentor !
nur das traute hochheilige Paar.
Holder Knabe im lokkiger Haar,
la Cara Santissima Famiglia.
(Oh) incantevole fanciullo dai ricci capelli
Tu che i Vati da lungi sognar,
Tu che angeliche voci nunziar, 
schlaf, in himmlischer  Ruh, 
schlaf, in himmlischer  Ruh,
Dormi in pace Celeste
Dormi in pace Celeste
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor
   
 
stille nacht, heilige-nacht !| 
Gottes Sohn! O wie lacht  
Notte silenziosa, notte Santa
Figlio di Dio, oh come emerge
Astro del Ciel, Pargol Divin,
mite Agnel Redentor !
Lieb' aus deimen göttlichen Mund , 
da uns schlägt die rettende Stund ,
l'amore dalle Tue Divine labbra.
e Lì suona l'ora del Salvatore 
  •  
    Tu di stirpe regale decor,
    Tu virgineo mistico fior, 
  • Christ, in deiner Geburt
    Christ, in deiner Geburt
    Cristo, è la Tua nascita
    Cristo, è la Tua nascita
    luce dona alle menti,
    pace infondi nei cuor! 
       
     
    stille nacht, heilige-nacht ! 
    Hirten erst kundgemacht;
    Notte silenziosa, notte Santa
    è solo attraverso l'alleluja
    Astro del Ciel, Pargol Divin,
    mite Agnel Redentor !
    durch der Engel Halleluja, 
    tönt es laut von fern' und nah :
    l'annuncio degli Angeli ai pastori
    rieccheggia forte lontano e vicino:
    Tu disceso a scontare l'error,
    Tu sol nato a parlare d'amor,
    Christ, der Retter ist da.
    Christ, der Retter ist da.
    Cristo il Salvatore è giunto
    Cristo il Salvatore è giunto
    luce dona alle menti,
    pace infondi nei cuor! 
       
      LA  STORIA  

     

     
    Stille Nacht, heilige-Nacht (notte silenziosa, notte santa)... Così comincia il più tenero dei canti natalizi. La sua melodia esprime con proprietà la funzione della Natività di un tempo, quando al centro delle commemorazioni vi era la Sacra Famiglia, gli angeli, i Magi e i pastori.

         Superando ogni frontiera, Stille Nacht e, senza alcun dubbio, la più simbolica delle musiche natalizie. E’ comprensibile, quindi, domandarsi quale sia l’origine di una composizione così straordinaria

         Immergiamoci perciò alla corte di Federico Guglielmo di Prussia, quarto re con questo nome, poco dopo della sua ascesa al trono nel 1840. E' la  notte di Natale, a Berlino il Re e la sua corte stanno commemorando la nascita di Cristo. Il coro della Cattedrale, diretto da Félix Mendelsohn, esegue una delle musiche del suo repertorio: Stille Nacht. Il Re assiste attonito. Chi è l’autore di questa bella canzone?

         Il Re esamina il libretto che contiene il repertorio degli inni: l’unica cosa riscontrabile è che manca l’indicazione del compositore.  Come ? Il Re di Prussia non ammetteva imprecisioni di tal genere. Subito dopo la cerimonia mandò a chiamare il direttore. Tuttavia Mendelsohn non sapeva dare nessuna spiegazione. Ricorse dunque al maestro dei concerti reali, Ludwig, di riconosciuta esperienza nello scoprire le origini delle canzoni sconosciute. Però, con gran rammarico di Federico Guglielmo, anch’egli non ne sapeva niente. Se non lo sai, trovalo! Rispose il Re. Esigo ordine nel libro degli Inni Prussiani.

    Alla ricerca dell’autore

         Così Ludwig si ritrovò a mettere in gioco la sua reputazione. Era assolutamente necessario scoprire l’autore della canzone. Controllò minuziosamente le biblioteche e percorse città, principati e regni di tutta la Germania. Nessun risultato. In Sassonia, la canzone era nota, però nessuno sapeva nulla del suo autore.

    “Il cacciatore di canzoni” come era stato soprannominato Ludwig, notò che lo stile della musica sembrava austriaco. Si diresse quindi a Vienna. Anche qui nuove estenuanti ricerche. Senza farselo ripetere un anziano musicista dell’epoca di Haydn gli dette una pista: Michael Haydn, fratello del famoso musicista, aveva composto molte opere sconosciute che erano andate perse. Non sarà stata sua la canzone della natività? Si chiese l’anziano.

    Qualcuno aveva insegnato la musica ad un uccellino.

         Si trattava però di una traccia labile e Ludwig si sentiva depresso, pensò quindi che era meglio far rientro a corte. Però durante il viaggio, mentre mangiava in un osteria, avvertì fortemente il contrasto tra l’allegria del canto di un uccellino e la malinconia nella quale si sentiva sommerso. All’improvviso fece un soprassalto. Ha bisogno di qualcosa? Gli chiese sorpreso l’oste.

    L’uccellino!

         Come se si trattasse di una favola, l’uccellino stava cantando la misteriosa canzone della natività. Chi gliela aveva insegnata? L’oste non lo sapeva. Pressato da tante domande, il buon uomo disse che si trattava di un uccellino avuto in regalo. Un amico suo lo aveva comprato presso l’abbazia di Salisburgo. San Pietro di Salisburgo! Curiosamente Michael Haydn era vissuto per molto tempo in quell’abbazia.

         Ormai era scoperto. Era così sicuro che la melodia incantatrice fosse sua che Ludwig si diresse immediatamente verso l’abbazia. All’arrivo, il maestro dei concerti reali della corte prussiana fu ricevuto con tutti gli onori che spettavano al suo rango. L’abate e i monaci gli offrirono una ottima cena e un ricovero confortevole. Però nessuno, proprio nessuno sapeva l’origine di quella canzone. Dubitavano che Michael Haydn ne fosse l’autore. E quando il “cacciatore di canzoni” raccontò dell’uccellino, l’abate e i monaci si sentirono offesi, poiché ritenevano che fosse una forzatura con natura insegnare canzoni agli uccellini. Ciò era proibito nel monastero. Ad ogni modo Ludwig esaminò tutte le opere di Michael Haydn nella stessa sala dove questi lavorava. E, come lo avevano già avvertito i monaci, non trovò nulla. Ritornando nuovamente sconsolato, l’inviato di sua maestà prussiana iniziò il suo rientro alla corte.

         Per una circostanza fortuita, tra gli invitati alla cena offerta dall’abate si trovava il professore di una scuola, Ambrosio Preisttarner, che si interessò particolarmente alla storia dell’uccellino.

    Questa potrebbe essere opera dei bambini del coro! Pensò il maestro. Il tranello da il risultato sperato.-

         E siccome sapeva imitare in modo ineguagliabile il canto degli uccelli, decise di mettere in pratica una strategia molto suggestiva per scoprire chi andava insegnando agli uccellini a cantare. Alcuni giorni dopo, appostato vicino alla finestra che dava sul patio della scuola, fischiava, come se fosse un uccellino, Stille Nacht.

         La tattica dette i suoi risultati non appena si udì una vocina che diceva: Oh uccellino, sei tornato! E poco distante correva fuori un bambino di nove anni che rimase molto sorpreso e spaventato quando si rese conto che era caduto in una trappola.

         Come ti chiami? Gli chiese il professore "Fèlix Grubber", rispose il piccolo.

    Però invece di un castigo, il piccolo Grubber ricevette il sorriso amabile del maestro.

    Dove hai appreso questa canzone?

    Me l’ha insegnata mio padre, l’ha composta lui.

         Senza perdere tempo, Preisttarner si diresse a casa del bambino, che viveva in una cittadina vicina, a Ovendorf. Qui incontrò Franz Saber Grubber, anch’egli maestro di scuola. Egli aveva effettivamente composto la musica, però le parole erano di un suo amico sacerdote Josef Moor parroco della cittadina di Barran, che era morto pochi anni prima. Pieno di gioia, Preisttarner scrisse all’inviato del Re di Prussia.

     

         La sera di Natale alla richiesta del professor Preisttarner, Franz Grubber scrisse subito come nacque il più famoso canto di Natale e fu di grande aiuto per correggere le innumerevoli alterazioni e che nell’arco di 35 anni si erano prodotte nella musica.

         Era la sera di Natale racconta il maestro Grubber: “la piccola Chiesa dominava con la sua torre campanaria gli innevati tetti dell’abitato circostante, come una gallina che protegge i suoi pulcini. Nella canonica il giovane sacerdote Josef Moor, di solo 26 anni, ripassava il Vangelo preparando l’omelia di quella notte. Un bussare alla porta rompe il silenzio. E’ una contadina che chiama il Parroco perché visiti un bambino nato in quella notte. Senza indugio, il sacerdote lascia il calore della sua casa e dopo una faticosa camminata in montagna giunge alla umile baita dove era nato il bambino. Appena di ritorno, solo, solo illuminato dal tenue chiarore delle stelle che si riflette sulla bianca coltre di neve, il Padre Moor medita sulla scena che ha appena visto. Quel bambino, quella famiglia di contadini, quella umile casetta lo hanno impressionato. Gli ricordano un altro bambino, un altro matrimonio, un’altra casetta in Betlemme di Giudea. Dopo la Messa di Mezzanotte padre Moor, poiché non riusciva a dormire, compose un poema che terminò scrivendo il testo di Stille Nacht.

         La mattina seguente, giorno di Natale del 1818, il pio sacerdote incontrò un suo buon amico e collaboratore, il giovane trentunenne maestro di scuola Francisco Javier Grubber. Dopo aver letto il poema Grubber esclamò : Padre, questa è esattamente la canzone di Natale di cui avevamo bisogno! Dio sia lodato! E quello stesso giorno compose la musica.

         Come si venne a conoscenza altrove di Stille Nacht? Il maggiore responsabile della sua divulgazione è stato probabilmente il famoso costruttore di organi di Sillertau, in Tirolo, Carlos Mauraher, uomo dalla memoria prodigiosa, al quale piaceva immensamente cantare, da buon tirolese.

         In una certa occasione, qualcosa cominciò a funzionare male nell’organo di Ovendorf, e Mauraher andò a vedere di che si trattava: era solo un buco nel mantice, facile da riparare; dopodiché chiese all’organista Franz Grubber di fare un prova per verificare che funzionava secondo il suo gusto. Istintivamente Grubber attaccò la musica dello Stille Nacht e Padre Moor, che si trovava lì anche lui, cantò con lui la nuova canzone. Mauraher la ascoltò incantato, e chiese che fosse ripetuta, cercando di fissarla nella sua prodigiosa memoria. Chiese anche chi fosse l’autore, ma i due sorrisero senza rispondere. Il fabbricante di organi partì canticchiando la musica per le montagne fino ad arrivare a Sillertau dove i bambini lo stavano aspettando, perché sapevano che sempre portava con se qualche nuova musica.

         Ma che bella che era questa canzone che insegnava adesso!

         In un battibaleno lo Stille Nacht stava sulle labbra dei migliori cantori di Sillertau: due maschietti e due femminucce, i fratelli Trazer. Cantavano come usignoli, affermò Mauraher. La famiglia Trazer da lunga tradizione trasmessa da padre in figlio, fabbricavano e vendevano dei buoni di guanti di camoscio. E i fratellini Trazer, per distrarsi, cantavano mentre offrivano il loro prodotto. Rapidamente si resero conto che la nuova canzone attraeva particolarmente, e le persone si mettevano in cerchio per ascoltarli. Fu così che divenne famosa nel Tirolo la “canzone del Cielo”, come l’avevano chiamata, non sapendo quale fosse l’autore. E così la melodia attraversò le altre regione dell’Austria, arrivando finalmente anche in Germania, poiché i fratelli Trazer andavano ogni anno alla Fiera Internazionale di Leipzig, in Sassonia, per vendere i propri guanti.

         A Leipzig finirono col venire invitati per cantare proprio in presenza del Re di Sassonia. In quel momento la fama della “canzone scesa dal Cielo” fu definitivamente consacrata. Dopo questi eventi, i fratelli Trazer viaggiarono in altre regioni, cantando sempre Stille Nacht, compreso Berlino, dove un musicista della corte prussiana incluse la nuova canzone nel repertorio del coro della cattedrale di Berlino. Ma giunti a questo punto, lo spirito militare dei prussiani e le riproduzioni successive alterarono completamente la melodia e il testo originale, e fu solo con l’esigente richiesta di Federico Guglielmo IV che si potè conoscere la provvidenziale storia che vi abbiamo appena raccontato e recuperare l’originale versione della musica.

    * * *

    Erano trascorsi 1800 anni dell’Era Cristiana, e tuttavia un canto natalizio popolare e perfetto non era ancora apparso. E si potrà dire che nelle pieghe della storia gli uomini lo cercavano a tentoni. Infine questo anelito si è posato su due anime che, senza saperlo, nel momento esatto voluto dalla Provvidenza, composero la canzone di Natale per eccellenza che ha meravigliato il mondo intero.

         Mentre ricordiamo interiormente l’eccelsa melodia, meditiamo un poco il Natale.

     

         Il Bambino Gesù così piccino – e così grande allo stesso tempo!, era posto in un umile mangiatoia.

     

         Colui che ha creato il Cielo e la Terra, il sole e le stelle, gli oceani e la terra ferma, messo in tal modo alla nostra portata. Colui che è infinitamente maggiore di noi si è fatto più piccolo di noi.

         Proprio per questo, quando, inginocchiati davanti al Presepe, contempliamo il Bambino Gesù, nasce in noi un gran rispetto, un rispetto sacrale, accompagnato da venerazione e compassione. Ed è proprio questa miscela di rispetto e compassione che ispira i nostri cuori l’ascolto di Stille Nacht.